LA TELEVISIONE

Tubo catodico, Iconoscope, Kinescope e Image Dissector

L’idea di poter trasmettere a distanza una immagine deve certamente aver affascinato tutti gli studiosi dell’inizio del secolo scorso.
Per poter realizzare un sistema del genere, ai due estremi dell’apparato devono essere posti due dispositivi con funzioni specifiche: uno deve essere sensibile alla luce e “catturare” l’immagine, l’altro deve potersi “illuminare” per riproporre l’immagine.

Tralasciamo i sistemi elettromeccanici dei primi pionieri, dato che ciò che a noi interessa è l’uso dei tubi a vuoto, e vediamo quali sono i dispositivi interessati

I progenitori di quelli che sarebbero diventati la Telecamera e la Televisione videro la luce durante i primi esperimenti intorno ai dispositivi a vuoto, qualche anno prima dell’invenzione della valvola di Fleming. Nel 1897 Karl Ferdinand Braun presentò un “oscilloscopio a raggi catodici”, precursore del moderno tubo catodico. Si trattava di un dispositivo a catodo freddo, quindi il raggio catodico veniva formato grazie a una elevatissima tensione anodica, che portava gli elettroni a impattare con una superficie ricoperta di fosforo, che si attivava mostrando un punto luminoso. Una rudimentale bobina di deflessione veniva attraversata dalla corrente fornita dal dispositivo da analizzare, causando lo spostamento del raggio lungo una linea verticale.
La scoperta del fenomeno termoelettronico portò Johnson e Weinhart nel 1922 a realizzare un tubo catodico a catodo caldo, simile alle comuni valvole. Questo divenne a grandi linee il tubo catodico della nascente televisione

Nel 1900, J. Elster e H. Geitel sperimentarono un primo rudimentale “fotocatodo”, mentre Philipp Lenard, due anni dopo, definì in modo particolareggiato le emissioni fotoelettriche. L’apparato di Lenard era costituito da due placchette metalliche poste in una mpolla di vetro sotto vuoto e collegate con un generatore di tensione, quando un raggio di luce colpiva la placchetta a potenziale negativo, si poteva osservare un passaggio di corrente nel collegamento esterno. Era quindi stato appurato che la luce poteva attivare l’emissione di elettroni e la differenza di potenziale tra le placchette innescava un flusso di corrente nel vuoto. Da questi studi nacque la fotocellula nel 1910, mentre per arrivare al tubo elettronico della telecamera bisognerà aspettare fino ai primi anni 20.

Nel 1923 uno scienziato russo emigrato negli USA, Vladimir K. Zworykin, depositò un brevetto per tubo di ripresa televisiva, chiamato Iconoscope, mentre nel 1927 l’americano Philo T. Farnsworth, dimostrava un sistema televisivo completamente elettronico. Quando, nei primi anni 30, la RCA presentò un suo sistema televisivo basato sul lavoro di Zworykin, i due inventori finirono per scontrarsi a livello legale per ottenere la paternità dell’invenzione.

Nel 1932. mentre negli Stati Uniti si discuteva sulle attribuzioni, in Inghilterra iniziava, da parte di McGee e Tedham della EMI, lo sviluppo di un nuovo tubo di ripresa, l’Emitron. La creazione di un apposito tubo catodico detto Emiscope, completò il sistema. nel 1934 la Emi si fuse con la Marconi e nel 1936 la BBC inglese, dopo aver sperimentato il sistema elettromeccanico di Baird, iniziava le prime regolari trasmissioni televisive basate sul sistema completamente elettronico della Marconi-EMI.
Nel 1936, in Germania, dopo un inizio di trasmissioni sperimentali nel 1935, vennero anche trasmesse le immagini delle Olimpiadi di Berlino, ma le riprese utilizzavano un complesso sistema misto tra pellicola e scansione elettronica.
Sul finire degli anni 30 la Televisione era quindi matura per l’esordio, ma lo scoppio della guerra bloccò ulteriori sviluppi. L’entrata in guerra degli USA avvenne alla fine del 1941, dando modo alla DuMont di iniziare un regolare servizio di trasmissioni, mentre nel 1943 nasceva la ABC.

Durante il conflitto la televisione ebbe sporadici usi sia a livello bellico che di intrattenimento per i militari.
Alla fine del conflitto ripresero le regolari trasmissioni e si cominciò la sperimentazione della TV a colori, che esordì ufficialmente negli USA nel 1953, segnando l’inizio dell’era “moderna” della televisione.

Noval, Compactron e Magnoval
Proprio all’inizio degli anni 50, il nascente mercato della televisione e del computer, nonché la necessità di uniformare le forniture militari in ambito NATO, spinse i costruttori di tubi elettronici a sviluppare un nuovo tipo di valvola completamente in vetro a 9 piedini, le cosiddette Noval, mentre nel corso degli anni 60, per compattare le dimensioni degli apparati, la RCA introdusse la Base Compactron a 12 piedini, con la quale realizzò tubi multipli. Per esigenze di maggiore potenza, come nei finali di riga per i tubi catodici, si introdusse successivamente anche una serie di valvole tutto vetro con base a 9 pin maggiorata, la Magnoval, quasi esclusivamente utilizzata per impieghi televisivi e di radiotrasmissione amatoriale, con saltuari impieghi anche in campo audio.

Nuvistor
La duplice necessità di compattare i circuiti e di aumentare le frequenze di lavoro portò poi la RCA a sviluppare un tubo elettronico completamente nuovo, il Nuvistor, realizzato come triodo e tetrodo. Di dimensioni veramente minute, era assemblato automaticamente e ogni sua parte era stata ridisegnata appositamente, introducendo diverse novità rispetto a quanto fatto fino ad allora, dato che la struttura era autoportante, sorretta da una base in ceramica, mentre l’involucro era completamente metallico.