MUSICA SOTTO VUOTO

Mai prendere fischi per fiaschi
I primi ricevitori radio erano molto difficili da sintonizzare: piccoli spostamenti delle manopole provocavano fischi e modulazioni di varia natura che dovevano infastidire non poco. Il principio utilizzato era quello della “eterodina”. Si faceva battere un oscillatore locale con la portante proveniente dall’antenna per estrarre la modulazione, e se la frequenza dell’oscillatore locale non era esattamente uguale alla portante, la differenza fra le frequenze diventava udibile come un sibilo di frequenza variabile. Probabilmente fu questa caratteristica a suggerire a De Forest la possibilità di trasformare il rumore in musica.
L’Ortophonic Piano del 1916
Nel 1915 veniva quindi creato quello che può essere considerato il primo strumento elettronico della storia, l’
Audion Piano. In questo tipo di strumenti a eterodina vi sono due oscillatori uguali e accordati e la nota viene prodotta introducendo una variazione della frequenza su uno dei due circuiti; scalando opportunamente le frequenze è possibile ottenere l’intera scala tonale, mentre opportuni filtraggi determinano la forma d’onda risultante e il conseguente “timbro” dello strumento. L’anno successivo il pittore futurista russo Vladimir Baranoff Rossiné realizzò l’Ortophonic Piano, uno straordinario strumento optoelettronico, che oggi chiameremmo “multimediale”, che utilizzava dei dischi in vetro dipinti dallo stesso artista per modulare il segnale degli oscillatori e ne proiettava sulle pareti l’immagine caleidoscopica. Si tratta di uno dei primi usi creativi delle fotocellule inventate da Geitel nel 1910 in seguito agli studi sulla fotoemissione. Nel 1917 un altro russo inventò uno dei più straordinari e longevi strumenti elettronici, il Theremin, che si suonava senza alcun contatto tra il suonatore e lo strumento. Gli anni venti videro la nascita di innumerevoli strumenti elettronici basati sulla tecnica degli oscillatori. In Francia ne vennero realizzati alcuni veramente impressionanti, come
Il Trautonium del 1930
l’
Orgue des Onde del 1929, un vero organo polifonico in cui ogni tasto comandava un singolo oscillatore. L’intero strumento impiegava circa 1,000 tubi a vuoto e occupava una superficie pari a un paio di stanze. L’altro strumento francese degno di nota fu l’Organo Givelet del 1930, che utilizzava un nastro in carta perforata per riprodurre una serie di timbri e suoni predefiniti, tecnica che verrà ripresa solo negli anni 50 da Olson alla RCA, per la realizzazione dei primi sintetizzatori basati su calcolatore elettronico.Questi sofisticati strumenti verranno messi a breve fuori gioco dalla nascita di un altro strumento straordinario: l’organo Hammond.

Altri strumenti degni di nota apparsi in quegli anni furono l'Onde Martenot del 1928, utilizzato da Olivier Messaien, Pierre Boulez, Jolivet e Milhaud per alcune loro composizioni, e il Trautonium, realizzato da Trautwein in Germania nel 1930. Una versione del Trautonium sviluppata da Oskar Sala nel dopoguerra conobbe un incredibile successo come generatore di effetti speciali per il cinema, venendo impiegato per più di 300 film, il più famoso dei quali è “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock.

Nel 1931 Rickenbacker inventò la Fryingpan, prima chitarra elettrica, dando inizio alla elettrificazione degli strumenti a corda tradizionali e indirettamente alla nascita del Rock’n’roll.
La “Frying pan” (padella) del 1931

Il Wurlitzer Sideman del 1959
Nel 1932 il compositore Henry Cowell e Leon Termen svilupparono la prima “batteria elettronica”, il
Rhythmicon, ove una serie di dischi rotanti interrompevano ritmicamente fasci luminosi intercettati da fotocellule collegate a oscillatori. Una tastiera di 16 tasti permetteva la generazione di altrettanti suoni ritmici e un ulteriore tasto permetteva di introdurre unabattuta extra a ogni singola sequenza.

Il Rhythmicon venne utilizzato per alcune composizioni di Cowell e gira voce che, dopo essere stato riscoperto a New York presso un banco dei pegni dal produttore Joe Meek, venne portato a Londra dove fu usato per numerose incisioni degli anni sessanta, tra cui la colonna sonora di “Dottor Stranamore” di Kubrik e il concept album “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd.
Per rivedere un prodotto simile bisognerà aspettare fino al 1959, con la presentazione del
Side Man della Wurlitzer, prima batteria elettronica commerciale.

Il sintetizzatore a nastro perforato
della RCA del 1952
Nel 1939 nacque anche il primo sintetizzatore vocale, il
Voder, poi perfezionato nel Vocoder. Sviluppato da Homer Dudley della Bell, era originariamente destinato all’indagine scientifica sulla formazione, composizione e trasmissione della voce umana lungo le linee telefoniche. Alcuni anni dopo la fine della guerra, il Vocoder influenzerà il lavoro di Werner Meyer-Eppler e la nascita movimento “Electronische Music” in Germania.
Gli anni 50 videro le ultime applicazioni delle valvole per la creazione di musica elettronica.
I
sintetizzatori musicali della RCA e quelli della Siemens ponevano le basi per i futuri moderni sintetizzatori, mentre il programma MUSIC1 di Max Mathews, scritto per uno degli ultimi calcolatori elettronici a valvole, l’IBM704, segna la svolta nella storia della musica di sintesi, coniugando l’arte delle sette note con la moderna informatica.

Lev Termen

Laurens Hammond

Il Theremin

L'Onde Martenot

Il Trautonium

Il Sintetizzatore RCA

L’Onde Martenot del 1928
Henry Cowell
con il Rhythmicon
del 1932